Per la soluzione dei problemi di umidità è importante una corretta diagnosi professionale. Molto spesso una diagnosi effettuata da personale non in possesso delle necessarie competenze porta alla proposta (ed alla costosa effettuazione) di interventi inutili. Ad esempio:
• l’umidità da condensa può essere confusa con l’umidità da risalita
• vengono proposti interventi che non eliminano le cause del fenomeno, spesso non univoche e a cui concorrono diversi fattori
• non viene quantificato il problema. Le tecniche strumentali applicate da persone qualificate, abbinate ad una corretta interpretazione dei dati, consentono interventi corretti che, se non sono risolutivi (molto spesso i problemi pre-esistenti non permettono interventi risolutivi), riescono a “gestire” il problema dell’umidità in modo accettabile per gli occupanti dell’immobile.

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Le misurazioni sono state effettuate secondo le seguenti norme:

  • UNI 11121:2004 Beni culturali – Materiali lapidei naturali ed artificiali – Determinazione in campo del contenuto di acqua con il metodo al carburo di calcio
  • UNI EN 15758:2010 Beni culturali – Procedure e strumenti per misurare la temperatura dell’aria e quella della superficie degli oggetti”
  • UNI EN 16242:2013 Beni culturali – Procedure e strumenti per misurare l’umidità dell’aria e gli scambi di vapore tra l’aria e i beni culturali
  • UNI EN 13187:

Queste tecniche consentono anche di valutare l’efficacia di un intervento, oppure di confrontare i risultati di interventi campione effettuati con diverse soluzioni.
Fra le tecniche d’indagine strumentale si propongono:
1. indagine termografica (effettuabile solo in talune condizioni ambientali ed in alcuni periodi dell’anno) con misurazione dei gradienti verticali di temperatura

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2.indagine con strumenti dielettrici (effettuabili solo su alcune tipologie di strutture)

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3.Prelievo di campioni di materiale murario in profondità, secondo delle verticali di altezza pari a 200 cm, e fori ogni 20 cm, previo controllo con rilevatore di metalli dell’assenza di cavi o tubazioni. Successivo rilievo della percentuale di umidità con il metodo al carburo. Tale indagine, conforme alla Norma UNI 11121:2004, BS 812, ASTM D4944, AASHTO T217, restituisce il profilo verticale di distribuzione dell’umidità e fornisce dati molto utili per la comprensione della sua origine. Inoltre, durante l’esecuzione del prelievo, consente di percepire natura, stato e consistenza del supporto indagato, oltre a fornire altre indicazioni relative alla sua composizione
4.indagine termoigrometrica di lunga durata delle condizioni ambientali

5. Esecuzione di carotaggi verticali sui pavimenti interrati al fine di ottenere ulteriori informazioni riguardanti le possibili cause dell’umidità

6. Misurazione dei potenziali verticali di risalita con millivoltmetro

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Le prime 2 tecniche sono di natura prevalentemente qualitativa, in quanto portano a risultati in grado di rilevare la presenza di umidità e di confrontare qualitativamente diverse strutture analoghe (la termografia necessita anche delle medesime condizioni ambientali), ma non di quantificarne l’entità. Il metodo al carburo, analogo a  quello della termobilancia, richiede l’esecuzione del prelievo, mediante carotaggio di un prelievo del materiale dalla struttura, ma consente una valutazione quantitativa dell’umidità.

Esempio di risultato del metodo al carburo su strisce verticali:

Misura umidità metodo carburo
L’indagine termoigrometrica, sempre raccomandabile, è fondamentale in presenza di umidità da condensa, in quanto gli interventi vanno effettuati con cognizione delle condizioni degli ambienti interni.

L’indagine con millivoltmetro evidenzia la presenza e l’entità di una piccola differenza di potenziale superficiale lungo una verticale, che è indice della presenza e dell’entità di umidità di risalita.
A fronte dell’esito delle indagini vengono proposti in una relazione tecnica interventi di soluzione o di mitigazione del problema.

Per contatti: info@saige.it