La termografia è il metodo ideale per valutare il corretto funzionamento di un impianto di riscaldamento a pavimento e le corrette temperature del pavimento con impianto in funzione.
L’immagine funzionante mostra una stanza con una zona dove l’impianto non funzionava.
La norma UNI EN 1264-2 stabilisce un limite alla temperatura massima del pavimento in relazione al tipo del locale:
Temperatura massima del pavimento (°C) Tipo di locale/area 29 Zona di soggiorno abituale 33 Bagno o similari 35 Zona periferica
Anche la norma UNI EN 15377-1 fornisce indicazioni sulle temperature limite del pavimento consentite con un impianto di riscaldamento a pavimento:
Temperatura superficiale Massima (°C) Minima (°C)
Pavimento – zona periferica 35 19
Pavimento – zona occupata 29 19
Sulle pareti la temperatura limite massima può oscillare tra i 35°C ed i 50°C con un valore raccomandato di 40°C; va posta attenzione agli ambienti affollati, dove le persone è più probabile stazionino anche vicino alle pareti.
Per quanto riguarda il problema dell’asimmetria radiante, la UNI EN 15377-1 fissa il suo limite massimo in 5 K, concordando con la UNI EN 7730, secondo cui la temperatura massima sui pavimenti non deve superare i 29°C, e le differenze di temperatura sul pavimento non dovrebbero superare i 5° C.
Nell’immagine termografica le differenze di temperatura sono dell’ordine dei 7–8°C, quindi l’asimmetria radiante è superiore a quella consentita.
La massima temperatura del pavimento è un vincolo “fisiologico” introdotto dalla normativa per evitare un incremento eccessivo della temperatura del pavimento che potrebbe comportare problemi di circolazione sanguigna per l’individuo.
Ovviamente una distribuzione uniforme di temperatura é più confortevole ed economica.
Nel funzionamento in raffrescamento dell’impianto a pavimento si deve valutare problema della condensa superficiale, che non deve assolutamente avvenire.