I termogrammi forniscono mappe termiche che mostrano, con macchie di diversi colori, la temperatura delle superfici dei materiali e l’eventuale presenza di processi di raffreddamento o di riscaldamento. L’evaporazione superficiale dell’umidità dalle murature umide è sempre presente se l’umidità relativa dell’aria è inferiore al 100%, La velocità di evaporazione dell’acqua dalla superficie umida è infatti correlata alle condizioni ambientali: tanto maggiore l’umidità del muro e tanto minore l’umidità relativa dell’aria ambiente, tanto maggiore sarà l’evaporazione e tanto più marcate le differenze di temperatura superficiale visibili nelle termografie. L’evaporazione è un processo endotermico, quindi sottrae calore alla superficie della parete (oltre che all’ambiente circostante) che nell’immagine termografica risulta di norma più fredda dove è presente l’umidità.

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Possono esservi rari casi in cui, dopo una prolungata esposizione solare e il successivo passaggio in ombra della parete, e quindi l’inizio del suo raffreddamento, le zone umide del muro risultano invece più calde. Ciò è dovuto alla maggiore capacità termica dell’acqua, che trattiene più a lungo il calore assorbito durante la fase di riscaldamento, rispetto alle zone con assenza di umidità che lo cedono più rapidamente e quindi sono localmente più fredde.
L’umidità da risalita è particolarmente dannosa perché può provocare, a causa dei Sali, la disgregazione fisica della struttura muraria. L’acqua, ricca di sostanze saline, sale per capillarità all’interno della struttura muraria dell’intonaco. Per successiva evaporazione avviene il deposito dei sali nei micropori dell’intonaco (fase 1).

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fase 1

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fase 2

Il sale, cristallizzando all’interno dei micropori, aumenta di volume esercitando in tal modo una pressione sulle pareti interne dei pori che porta alla rottura e disgregazione dell’intonaco (fase 2).
L’aumento dell’umidità può essere anche diagnosticato con l’applicazione combinata di due sensori, uno con profondità di 3 cm e l’altro con profondità di 30 cm.

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Con l’impiego combinato dei due processi di misurazione a diversa profondità, effettuando un rilevamento a reticolo, sulla base di valori relativi alla superficie ed alla profondità è possibile ottenere risultati affidabili sulla diversa distribuzione in profondità dell’umidità nella medesima area di superficie indagata.

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Distribuzione dell’umidità nella medesima area d’indagine ma a diversa profondità: superficiale (rettangolo in alto) e profonda (rettangolo in basso). Le zone più scure corrispondono a maggiore presenza di umidità, ed essendo maggiormente presenti in profondità e verso il basso del muro portano a diagnosticare come causa del problema l’umidità da risalita capillare. Fonte: documentazione Trotec (www.trotec.com).

La termografia consente: 
– tessitura muraria sottostante l’intonaco;
– presenza di materiali diversi;
– preesistenze strutturali ed eventuali anomalie costruttive;
– discontinuità, lesioni, cavità;
– distacchi di intonaco;
– stato di conservazione dei paramenti;
– ponti termici;
– fenomeni di umidità, risalita capillare, condensa e infiltrazioni;
– posizione dei condotti di ventilazione all’interno delle murature.

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Termografia che rivela la presenza di un arco murato in edificio sottoposto a vincolo architettonico

Per l’analisi termografica su strutture in elevazione in muratura si prevede:
– rilevamento della diversa emissione di radiazioni elettromagnetiche proprie di ciascun materiale mediante acquisizione in situ di immagini termiche, condotta con strumentazione portatile tipo longwave sensibile all’infrarosso operante nella banda 8-12 micron con risoluzione minima di 25÷30 mm;
– misura in campo dei parametri ambientali di temperatura e di umidità dell’aria, secondo le Norme UNI 11120:2004 e UNI 11131:2005;
– elaborazione computerizzata dei termogrammi con visualizzazione distributiva delle temperature superficiali e verifica della temperatura dei materiali individuati;
– eventuale mosaicatura delle immagini termiche all’infrarosso;
– restituzione mediante rapporto termografico, secondo le prescrizioni delle Norme UNI 9252:1988 e ISO 6781:1983 completo di immagini all’infrarosso, documentazione fotografica, localizzazione dell’indagine, condizioni termoigrometriche ambientali e indicazione dei degradi, secondo la classificazione della Norma UNI 9124-2:1987.